NOTIZIE E NORMATIVE
Sicurezza sul lavoro

La tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici a livello nazionale è una competenza sia del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sia del Ministero della Salute, in raccordo con i comitati regionali di coordinamento e le parti sociali. Il ruolo di coordinatore della rete nazionale della prevenzione e sicurezza è svolto dall’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), il quale gestisce i sistemi organizzativi della salute e sicurezza sul lavoro (Sgsl). L’INAIL inoltre rappresenta il punto focale nazionale dell’Agenzia Europea per la Sicurezza e Salute sul Lavoro (EU-OSHA), mentre a livello internazionale l’agenzia specializzata per la gestione dei diritti umani nel mondo del lavoro spetta alla OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro o ILO – International Labour Organisation).
Secondo le indagini ILO del 2017, gli infortuni e le malattie professionali comportano la perdita del 3.9% di tutti gli anni di lavoro a livello globale e del 3.3 % di quelli nell’UE, pari a un costo rispettivamente di circa 2.680 miliardi e 476 miliardi di Euro. Secondo i sondaggi, le principali malattie sul lavoro sono rappresentate dai tumori (27% a livello globale e ben il 52% in UE) e le malattie cardiovascolari (rispettivamente, 28% e 24%), mentre gli infortuni sul lavoro ricoprono il 14% a livello internazionale e solo il 2% in UE.
Questi dati fanno emergere l’importanza di gestire e prevenire i rischi negli ambienti di lavoro attraverso la realizzazione delle condizioni ideali per la salute, il benessere e la sicurezza dei lavoratori, condizioni tutelate da legislazione specifica. In Italia, è in vigore il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (o Decreto Legislativo 81/2008) che attua normative storiche (DPR 547/1955; DPR 303/1956; D.lgs. 624/1994) e recepisce la Direttiva Europea attraverso la L. 123/2007. Secondo quanto legiferato dal Testo Unico sulla Sicurezza, le principali figure coinvolte nella prevenzione e gestione dei rischi sono sempre: il Datore di Lavoro (DL); il Medico Competente (MC); il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) ed eventualmente l’Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione (ASPP); e il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) ove presente. Inoltre, hanno sempre parte in causa Dirigenti, Preposti, Addetti alle Emergenze e gli stessi Lavoratori.
Sicurezza ALIMENTARE
Il deterioramento dei cibi e l’intossicazione alimentare possono provocare episodi spiacevoli e malesseri temporanei e possono anche essere letali nelle situazioni peggiori. Inoltre, ulteriori conseguenze che si possono verificare sono:
- Insorgenza di focolai di malattie legate all’alimentazione, che possono danneggiare il commercio e il turismo.
- Perdita di introiti da parte dell’Azienda.
- Aumento di disoccupazione.
- Contenziosi legali.

Nel 1963, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) hanno redatto il cosiddetto Codex Alimentarius, un insieme di linee guida e buone pratiche da attuarsi per garantire il miglioramento delle produzioni e la correttezza commerciale nella filiera agro-alimentare e zootecnica. Gli standard del Codex Alimentarius prevedono indicazioni generali da tradurre e applicare secondo le normative comunitarie e nazionali per poter essere applicabili. È solo nel 2000 che la Commissione Europea, attraverso la pubblicazione del Libro Bianco, ha dato priorità alla sicurezza alimentare per la tutela della salute dei consumatori e per la garanzia di prodotti agroalimentari di qualità. Conseguentemente, è nata l’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare), con sede a Parma, e con il compito di fornire consulenze scientifiche solide alle parti politiche in modo da prendere decisioni sulla filiera alimentare per garantirne la sicurezza dal produttore al consumatore.
Attualmente, le principali normative che regolano la sicurezza alimentare in Italia sono:
- Legge 238/1962: disciplina igienica per le produzioni e la vendita dei prodotti alimentari e nelle bevande;
- Regolamento (CE) n. 178/2002: princìpi e requisiti generali della legislazione alimentare;
- Pacchetto Igiene: aspetti base dell’igiene alimentare secondo il Reg. (UE) 2017/625 (che ha abrogato i Reg. (CE) 854/2004 e 882/2004), il Reg. (CE) 852/2004; il Reg. (CE) 853/2004.
Sicurezza aMBIENTALE

La Gestione delle Risorse Ambientali (GRA) è una serie di azioni in grado di mitigare l’azione antropica sull’ambiente, considerando l’essere umano parte integrante dell’ecosistema oggetto di studio. La GRA identifica tutti quei fattori che ostacolano il legame tra disponibilità di risorse ambientali e bisogni dell’essere umano, introducendo quindi concetti legati alla sostenibilità delle risorse, alla protezione ambientale contro ogni forma di inquinamento, alla gestione integrata di risorse e paesaggi, etc. Tramite il D.lgs. 152/2006 (Testo Unico in Materia Ambientale e in Gestione dei Rifiuti), l’Italia ha emesso le discipline che regolano la gestione ambientale e territoriale nazionale. Un importante passo è stato inoltre compiuto l’11 Febbraio 2022 con la modifica dell’articolo 9 della Costituzione Italiana, attraverso cui l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi e le forme animali in esso presenti sono ora tutelate per essere preservate nell’interesse delle generazioni future e, quindi, secondo il principio di sostenibilità ambientale.

Quali obblighi per il datore di lavoro?
Qualsiasi sia il numero dei dipendenti e la loro mansione, è dovere del datore di lavoro (e dei dirigenti) valutare i rischi aziendali e gestire le emergenze, nonché ottemperare a tutte le predisposizioni del D.lgs. 81/08. In sintesi:
- nomina del MC e predisposizione delle visite mediche per i propri lavoratori;
- nomina dell’RSPP e degli addetti alle emergenze;
- valutazione dei rischi aziendali attraverso la compilazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR);
- informare, formare e addestrare lavoratori e lavoratrici;
- predisporre i dispositivi di protezione individuale (DPI);
- predisporre i dispositivi di protezione collettiva (DPC);
- redigere il Documento Unico di Valutazione dei Rischi Interferenti (DUVRI) nel caso di lavori in appalto;
- redigere il Piano Operativo di Sicurezza (POS) all’interno dei cantieri.
Quali obblighi per l'O.S.A.?
L’Operatore del Settore Alimentare (OSA) è la persona fisica o giuridica responsabile di garantire il rispetto delle disposizioni della legislazione alimentare nell’impresa alimentare posta sotto il suo controllo (Reg. (CE) n. 178/2022), quindi il titolare aziendale o un responsabile aziendale da lui designato. L’OSA può quindi servirsi di figure esterne specializzate per garantire che tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione degli alimenti sottoposte al loro controllo soddisfino i pertinenti requisiti di igiene fissati nel presente regolamento (Reg. (CE). N 852/2004). Inoltre, l’OSA deve assicurarsi che i suoi dipendenti abbiano ricevuto addestramento e formazione sufficientemente adeguata in materia di igiene degli alimenti.
Sostenibilità aziendale?
Per essere in linea con le normative in fatto di impatto ambientale, puoi applicare la norma EN ISO 14001:2015 e, quindi il Sistema di Gestione Ambientale Aziendale (SGAA) secondo il modello di miglioramento continuo del Plan-Do-Check-Act (Pianificare-Fare-Controllare-Agire). Puoi quindi stabilire se la tua linea produttiva ha un alto o basso impatto a livello ambientale e adoperare strategie per migliorare il processo. Puoi eseguire una serie di controlli che vanno dalla valutazione del rischio chimico e microbiologico per l’ambiente alla valutazione del potenziale inquinamento acustico della tua linea di produzione. Se sei un termoidraulico, hai il dovere di acquisire le competenze specifiche per la gestione dei gas fluorurati. Se sei una pubblica amministrazione hai l’obbligo morale e legale di abbassare le tue immissioni in CO2 e promuovere l’utilizzo delle soluzioni green o di iniziative in ambito di educazione ambientale e alla sostenibilità. Infine, che tu sia una ditta privata o pubblica, potresti necessitare di voler valutare l’impatto di un’azione sugli ecosistemi terrestri e acquatici e compiere, quindi, delle indagini sulle comunità animali e vegetali presenti.
QUALI OBBLIGHI PER I LAVORATORI?
Nonostante la responsabilità penale di DL e dirigenti, anche i lavoratori e le lavoratrici presentano delle responsabilità per la prevenzione dei rischi e la tutela della propria salute. Per esempio, è dovere dei lavoratori e delle lavoratrici:
- seguire con attenzione e diligenza i corsi di formazione predisposti dal DL;
- osservare con diligenza le procedure operative e tutte le predisposizioni del DL;
- segnalare eventuali guasti ai macchinari o situazioni non ordinarie delle varie fasi di lavoro;
- non compiere di propria iniziativa azioni che possano compromettere la propria sicurezza/salute e quella di terze persone;
- non utilizzare i macchinari per azioni non previste dal manuale d’uso e manutenzione;
- non fare uso di sostanze alcoliche o dopanti.
QUALI OBBLIGHI PER I GLI ALIMENTARISTI?
Gli alimentaristi (addetti che lavorano all’interno di aziende del settore alimentare) hanno l’obbligo di formazione in HHACCP, i cui corsi dipendono da Direttive Regionali che ne stabiliscono durata, argomentazione e modalità. In Sardegna, non esiste una normativa regionale specifica, per cui la formazione consigliata è quella di 8h per gli OSA e 4h per gli addetti, con validità di 2 anni.
QUALI OBBLIGHI PER I GLI ALIMENTARISTI?
Il concetto di sostenibilità non ha radici moderne, al contrario di quanto si possa pensare. Il concetto nacque ufficialmente nel XVII secolo dalla sagacia di Hans Carl von Carlowitz, un amministratore minerario che applicò il concetto di “sostenibilità ambientale” (lasciare i beni attuali alle generazioni future) per la gestione a lungo termine delle foreste germaniche dell’epoca. Tuttavia, la tutela del patrimonio ambientale e culturale, in generale, è insita nell’umanità: i nostri avi tramandavano credenze e usanze da genitori a figli per garantire l’acquisizione di competenze e la presenza di risorse alimentari e idriche. Attualmente, il concetto di sostenibilità si fonda sulla teoria di Harrington (2016; doi: 10.1080/23754931.2016.1239222), in cui la ricerca della sostenibilità comporta il collegamento di ciò che è noto attraverso lo studio scientifico alle applicazioni per perseguire ciò che le persone vogliono per il futuro. Perché questo sia possibile ci deve essere però una rete di capacità e competenze a livello locale, regionale, nazionale e transnazionale in grado di garantire lo sviluppo sostenibile per l’esistenza umana e la tutela ambientale.
Sostenibilità, infatti, non significa proibizione, esattamente come ecologia non è sinonimo di ambientalismo o ecologismo. Per l’ecologia e, quindi, per garantire uno sviluppo sostenibile, l’essere umano non è estraneo all’ambiente in cui vive: fa parte di esso come popolazione che usa i beni attorno a esso, interagendo con altre popolazioni di varia natura. Lo sviluppo sostenibile della nostra società si basa su tre pilastri fondamentali: la conservazione ambientale (per garantire le risorse non rinnovabili alle generazioni future); la salvaguardia della società in cui viviamo (per garantire uguali diritti a tutti, senza distinzione di sesso, genere, età, etnia, religione o non religione); la tutela economica (per garantire che tutti abbiamo accesso alle cure sanitarie, all’istruzione, alla giustizia e abbiano un lavoro dignitoso).
Rumore
Il rumore è un disturbo ambientale che scaturisce quando si superano oggettivamente delle soglie consentite del livello di pressione sonora. I rumori sono onde sonore, quindi perturbazioni meccaniche che si propagano per mezzo elastico (liquidi, solidi e gas, come l’aria atmosferica) e che sono in grado di sollecitare l’udito. Generalmente le onde sonore hanno una frequenza di 20-20mila Hz (hertz) che, quindi, sono percepite dall’orecchio umano e da quello di altri animali. Per misurare la pressione sonora esercita sulla membrana timpanica dell’orecchio, viene utilizzato il fonometro, uno strumento che converte la tensione in parametri universali perla descrizione del rumore, la quale viene espresso in una scala logaritmica (Lex) che esprime il livello tollerabile in dB (decibel). Un’esposizione al rumore di Lex ≥ 80 dB è compromettente per la salute umana e ambientale (UNI EN ISO 9612:2011 e UNI EN ISO 9432:2011). Nei luoghi di lavoro, il DL è obbligato a effettuare una valutazione del rumore all’interno della propria azienda al fine di individuare i lavoratori esposti al rischio ed attuare gli appropriati interventi di prevenzione e protezione della salute (art. 190 D.lgs. 81/08). A livello ambientale, è fatto obbligo la valutazione acustica attraverso una campagna di rilievi fonometrici o a livello previsionale di attività commerciali, artigianali, industriali e opere pubbliche per il contenimento delle emissioni nel rispetto delle zonizzazioni acustiche, della salute collettiva e della tutela delle aree naturali ove dimorano specie faunistiche sensibili alle emissioni acustiche.
Vibrazioni
Le vibrazioni sono oscillazioni meccaniche di un corpo rigido vincolato intorno alla sua posizione di equilibrio stabile. Qualsiasi forza esterna applicata ad un sistema meccanico vincolato, ovvero qualsiasi urto, o impatto è in grado di trasmettere energia meccanica al corpo stesso, con propagazione di vibrazioni al suo interno. Le intensità e soprattutto le frequenze delle vibrazioni possono essere molto diverse a seconda della sorgente che le produce. La trasmissione di vibrazioni al corpo umano da apparecchiature o mezzi vibranti può costituire una fonte di rischio per la salute, a causa delle sollecitazioni indotte negli apparati e negli organi interni. L’analisi dell’esposizione professionale viene fatta indipendentemente per le vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio (derivano da un’apparecchiatura vibrante che nell’uso normale va impugnata dal lavoratore con una o con entrambe le mani) o al sistema corpo intero, ricevute a bordo di macchine semoventi su gomma o su cingoli e mezzi di trasporto, (Titolo VIII D.lgs. 81/08).
F-GAS
Gli F-Gas – idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC) ed esafluorocarburi (SF6) – sono un particolare gruppo di sostanze chimiche artificiali che contribuiscono al fenomeno del surriscaldamento globale. Vengono impiegati come refrigeranti negli impianti di refrigerazione e di condizionamento dell’aria e nelle pompe di calore, come agenti espandenti per schiume, come agenti estinguenti in sistemi antincendio, nel settore dell’elettronica, nell’industria cosmetica e farmaceutica, etc. Sono stati ampiamente utilizzati come sostituenti dei clorofluorocarburi (CFC) i principali responsabili della formazione del buco dell’Ozono e, conseguentemente, dell’aumento delle temperature globali e dell’ingresso dei raggi UV verso la superficie terrestre. Gli F-Gas non sono responsabili della riduzione del buco dell’Ozono ma, una volta liberati in atmosfera, contribuiscono al fenomeno di rifrazione di infrarossi sulla superficie terrestre, causando l’ulteriore aumento della temperatura globale e, quindi, dei cambiamenti climatici in corso.
Per limitare questo andamento, nel 2005 è entrato in vigore il Trattato di Kyoto, il primo accordo internazionale che contiene gli impegni dei paesi industrializzati a ridurre le emissioni di alcuni gas a effetto serra. Con l’obiettivo di ridurre le emissioni di F-Gas di almeno 2/3 entro il 2030, in Unione Europea, è stato introdotto l’obbligo di certificazione per le persone fisiche e le imprese che compiono attività di “installazione, riparazione, manutenzione, assistenza o smantellamento di apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria, pompe di calore fisse, o di apparecchiature di protezione antincendio contenenti gas fluorurati a effetto serra” (art. 10 Reg. (UE) 517/2014). In Italia, il D.P.R. 14/2018 ha introdotto:
- il Registro Telematico Nazionale, che rende accessibili a tutti i soggetti interessati le informazioni relative alle persone e alle imprese certificate per operare con i gas fluorurati;
- la Banca Dati F-Gas, che disciplina le informazioni relative alla vendita di F-Gas e delle apparecchiature, nonché la loro installazione, manutenzione, riparazione e smantellamento.